Salutiamo un amico. L’alpino Pasquale Corti.
A Casina aveva raccontato fa e per la prima volta, la sua epopea. Infatti, aveva proposto la sua mostra “Alpini in Russia” presso la Scuola Media ‘Fermi’, dal 22 al 25 aprile, del 2004. Come in un canto corale, quello fu il semplice “la”: da allora Pasquale iniziò a raccontare la sua storia che, troppo spesso, molti preferivano non ascoltare.
Ora, anche per lui, è giunto il momento di “andare avanti” e ritrovare gli amici della ritirata di Russia. Nella notte di giovedì 18 marzo 2015, con la moglie Graziella Arletti e gli amici alpini che non lo hanno mai lasciato solo in questi ultimi giorni della sua vita terrena, si è spento l’artigliere alpino Pasquale Corti. Classe 1922, nato a Montefiorino di Modena, viveva da diversi anni a Cadè ed era reduce di Russia del gruppo Valcamonica, divisione alpina Tridentina, e socio della sezione di Reggio Emilia. Pasquale Corti aveva vissuto la tragedia che portò, nella disfatta del 1942-43, i nostri soldati a morire nelle steppe russe: 11.000 caduti sicuramente in combattimento, altri 64.000 dispersi di cui non si seppe mai più nulla e solo diecimila tornati alla fine della guerra.
A chi scrive, però, aveva raccontato di come, tornato, di queste cose era meglio non parlare. La prima volta che provò a realizzare la sua mostra, già nel nuovo millennio, lo lasciarono a dormire all’addiaccio. Un segno evidente di ostracismo che non lo aveva fermato: sino a quando, a Casina – a volere questa mostra furono l’assessore alla cultura, Giovanna Caroli, e il coordinatore scolastico e nostro corista, Ubaldo Montruccoli – fu messa in piedi in forma stabile questa mostra fotografica sull’epopea degli alpini in Russia tra che ben presto finirà con l’essere documento storico delle principali feste provinciali delle penne nere, l’ultima volta lo scorso anno a Valestra.
Pasquale aveva così ritrovato l’animo di ricordare i commilitoni caduti in terra di Russia e a loro aveva dedicato le sue memorie “a tutti quelli che non sono tornati”: drammi, valore ed eroismo raccontati nel suo libro “La Disfatta”, dove sono raccolti i ricordi di quella che definì “una guerra tragica e stupida come tante di quelle guerre che ancora oggi si fanno”.
Pasquale Corti ha dedicato tutta la sua vita alla testimonianza verso i giovani, sostenuto dalla consapevolezza dell’importanza di tramandare alle nuove generazioni la memoria e le tradizioni delle truppe alpine. Ha organizzato e portato nelle scuole di tutta Italia una significativa mostra fotografica, esibendola con grande sforzo organizzativo e personale. Mai stanco, sempre presente alle adunate degli Alpini accompagnato dall’amico Corrado Bagnacani, vicino a lui con la dedizione di un figlio, Pasquale Corti aveva ricevuto lo scorso anno l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, consegnatagli dal prefetto vicario Adriana Cogode.
Alla famiglia anche le nostre condoglianze. Il Coro Vocilassù che ebbe il piacere di invitare Pasquale a cantare nel coro in occasione della festa degli Alpini a Casina e, volonteri, ricordiamo come rispose ad una nostra domanda in cui gli chiedemmo se in Russia gli alpini cantavano. Lui si fece serio al punto che tememmo di avere azzardato troppo nella domanda. Ci guardò e ci disse: ‘eravamo sotto la tenda. Fuori cannoneggiava, eppure tutti lì a cantare assieme, a più voci, intonati. Poi tutti si alzarono e uscirono per andare alla battaglia. Per molti di loro fu l’ultimo canto’.
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I funerali del reduce di Russia Pasquale Corti si celebreranno sabato 21 marzo 2015 alle ore 10.30 nella parrocchia di San Terenziano di Cavriago, quindi corteo al monumento al generale Reverberi in località Pianella.
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