MAROLA (Carpineti) – Un sabato pomeriggio diverso all’insegna della “Via dei presepi”, con i brani più rari e le musiche del Natale. E’ quando accade il secondo giorno dell’anno a Marola con natività cariche d’emozione e un appuntamento musicale singolare previsto, dalle ore 17, nel Centro Diocesano di Spiritualità. E’ proprio qui, all’interno dell’abbazia matildica che si potranno ascoltare le suggestive “Voci di Natale”, canti e nenie della tradizione colta e popolare dell’Appennino a cura della Pro Loco di Marola e dell’Associazione Scrittori Reggiani.
Un pomeriggio di cultura, condotto dal giornalista Ercole Leurini, con le voci del Coro Vocilassù, diretto dal maestro Armando Saielli, la fisarmonica di Paolo Gandolfi e con le voci narranti sono quelle di Maria Teresa Pantani e Faustino Stigliani, che leggeranno una raccolta di testi a cura di Clementina Santi. Si tratta di testi sul Natale: autori colti dell’Appennino (da Crovi a Bertolucci), testimonianze sul Natale dalla terra straniera (come quelle di don Artemio Zanni), ma anche voci diverse e popolari della tradizione (da Gino Belli a Maria Teresa Correggi). Da segnalare anche i brani della tradizione orale raccolta dalle maestre e dalle nonne: nenie e filastrocche popolari che chiuderanno il pomeriggio.
Accanto alle “Voci di Natale”, restano visitabili fino all’8 gennaio i presepi di Marola collocati in piazza Giovanni da Marola, al metato Frazera e all’Abbazia Matildica, allestiti grazie all’impegno di Argo Pignedoli e Daniele Canovi, con la collaborazione di Clementina Santi. Marola, terra matildica per eccellenza, si veste così a festa invitando tutti a visitarla nella su piazza principale e in due luoghi che sono stati molto cari alla Contessa: nel metato fra i castagni, gli “alberi del pane” che ella volle fossero coltivati e innestati per la fame dei poveri, seguendo le orme di sua madre Beatrice, e nell’abbazia di Santa Maria che la contessa fece erigere per ringraziare Dio e l’eremita Giovanni da Marola per la vittoria di Madonna della Battaglia del 1111, quasi mille anni fa.
Il vecchio metato ospita una natività solitaria e silenziosa nel cuore del bosco, e ad esso condurrà una stella e un suono di zampogna. Nella storica della chiesa dell’abbazia, l’unica fra le 100 chiese di Matilde di sicura fondazione matildica, c’è un grande presepe tradizionale, austero e dolce insieme come si conviene ad una “aula sacra” medievale imponente e maestosa.
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